Nuovo Ingresso Museo Poldi Pezzoli

La convinzione di poter aggiungere un ulteriore pezzo di artigianato alla collezione Poldi Pezzoli è sempre stata l’aspirazione che mi ha spinto a disegnare questi nuovi arredi per l’ingresso.

Il progetto aveva come prima esigenza quello di rendere più trasparente e luminoso l’ingresso del museo. Il porticato, fino a quel momento schermato da densi tendaggi e da una bussola armata, occultava totalmente la vista da Via Manzoni e rendeva lo spazio della biglietteria e dello shop particolarmente poco amato. Le schermature e l’armatura della facciata garantiva una corretta schermatura ai raggi UV e una sicurezza degli accessi; oggi grazie le nuove tecnologie applicate ai vetri si riesce ad ottenere queste stesse performance in superfici totalente trasparenti, grazie a micro componenti che rendono i vetri selettivi e a robusti film plastici che assicurano un inviolabilità delle grandi vetrate. L’atmosfera che cercavo di ricreare era quella più rarefatta che caratterizza lo spazio della scala, con la famosa fontana e il suo piacevole riverbero d’acqua in caduta: una luce dosata che avvolge la vasca d’acqua, un passamano in velluto morbido che si offre piacevolemente allo scorrere del palmo di mano dei visitatori. Una serie di dettagli di grande pregio che in qualche modo reclamavano un adeguato segno caratterizzante negli arredi dell’ingresso.

L’immagine progettuale parte dall’idea di assemblare tanti volumi, ogniuno con funzioni diverse, ciascuno con una dimensione specifica, un materiale particolare e una lavorazione speciale. Mi ha sempre attratto l’idea di disegnare contenitori che chidessero inaspettate gestualità, in questo caso il personale che gestisce il museo, nel riassortire un libro o un oggetto, deve animare i volumi spingendoli, schiacciando superfici o facendo scorrere volumi, sotto gli occhi sorpresi dei visitatori che ne scoprono in questo modo i senso di tante dimensioni diverse.

Il legno di noce canaletto da il tibro cromatico al tutto, trovando interessanti contrappunti con altre essenze tutte italiane, come la quercia, il castagno, l’olmo e il ciliegio. Le superfici di maggior usura sono realizzate in ottone naturale e tre volumi di vetro riflettente nascondono monitor che mostrano informazioni utili alla visita e allo stesso tempo danno un senso di contemporaneità agli arredi. Piccole superfici sono rese pregiate grazie ai tessuti broccati di Rubelli, storica azienda tessile veneziana. I due espositori laterali dello shop vogliono, con leggerezza, raccogliere l’intero mondo di oggetti e libri che il museo offre in vendita ai visitatori. Una doppia panca trattiene lo scheletro bruno dei montanti della libreria in ottone naturale de delle mensole in vetro trasparente. Sottili profili in ottone accolgono il sistema di illuminazione a LED. In questo caso gli straordinari tessuti di Rubelli vanno a rivestire i cuscini che sengnano lo spazio d’attesa e di riposo.

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